martedì 22 ottobre 2013

L'esperienza di Francesca con COOPI

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La decisione di iniziare un’adozione a distanza nasce parecchio tempo fa, poi però è sempre rimasta in sospeso in quanto non conoscevo nessuno che ne avesse un’esperienza diretta con cui potermi confrontare.
Poi parlando del più e del meno un sera con amici, vengo a conoscenza della COOPI, inizio ad informarmi sul sito, a chiedere informazioni alla persona che me ne ha parlato e alla fine mi convinco e inizio il mio sostegno.
La scelta del paese è arrivata dal cuore, non c’erano motivi particolari che mi spingessero verso il Perù, ma il semplice amore per quei paesi e per quel popolo.
Mi sono informata sui vari progetti e mi sono avvicinata a quello che mi ha più toccato da un punto di vista umano, ho pensato ai bambini e adolescenti che potevano vivere in quelle situazioni e ho diretto il mio sostegno dove credevo che sarebbe stato più utile. So bene che ogni bambino ha bisogno di aiuto, ma come in ogni scelta c’è la soggettività. E io anche in questa scelta mi sono lasciata guidare dalle emozioni.
Così è iniziato tutto!! Ho iniziato ad aspettare le prime informazioni sul bambino che avrei aiutato, e quando la lettera è arrivata… che emozione aprirla e leggere a che tu stai dando un’occasione.
Perché il senso di tutto questo è il pensiero di poter dare un’opportunità a un ragazzo che altrimenti non ne avrebbe avuto per i motivi più svariati. Brian, così si chiama il nostro primo “bambino a distanza”, aveva una situazione famigliare molto difficile, viveva con la nonna e altri fratelli e se non aveva molte possibilità di studiare, doveva lavorare per poter aiutare la nonna e i fratelli. Ma con il nostro aiuto poteva imparare un mestiere e garantirsi un lavoro onesto.
La prima lettera della COOPI oltre alle informazioni su Brian conteneva anche una letterina scritta da lui in cui si presentava. È stata davvero una bellissima emozione leggere ciò che ci scriveva.
Poi sono seguite le altre lettere con gli aggiornamenti sui suoi progressi scolastici e ci veniva detto quanto lui si impegnasse e come fosse contento di poter studiare, e questo rendeva felice anche a me, perché davo una possibilità a qualcuno che la apprezzava e la sapeva sfruttare davvero!
Poi l’anno scorso è arrivata una lettera che mi ha reso immensamente felice, la COOPI mi comunicava che la situazione famigliare di Brian era migliorata, la madre aveva trovato un lavoro e poteva riunire in casa sua la sua famiglia e così Brian dopo tanto tempo poteva ritrovare la sua famiglia. Adesso Brian continua a studiare ma vive a casa con sua mamma per cui non può più essere aiutato dal sostegno a distanza.
Anche se mi è dispiaciuto “perdere Brian il sapere che ora sta bene ed è tornato con la sua famiglia è stata una notizia che mi ha riempito di gioia.
La COOPI mi ha offerto un nuovo sostegno e io l’ho accolto con gioia e ora sono in attesa di nuove notizie sulla ragazza che andremo ad aiutare.
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La casa di accoglienza CIMA (Centro Integración Minores con Amor)
foto di COOPI
adottareadistanza.coopi.org/progetti/peru/

 

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